Il cavaliere in[e]sistente

C'era una volta un cavaliere che si vantava di non aver mai subito alcuna sconfitta e di aver sempre marciato sotto l’egida (narrano le fonti che una sua ancella di fiducia amasse dire ‘egìda’, con l’accento sulla ‘i’) del successo e del trionfo. Generoso e sempre sorridente, il cavaliere si faceva sostenitore delle cause dei più deboli e giurava di essere il primo servitore del suo Popolo, cui si rivolgeva con esortazioni vigorose e con numerosi comunicati epistolari.
Sebbene fosse molto ricco e non ne facesse mistero, era sempre in prima linea nel soccorso di coloro che versavano nella miseria, soprattutto se si trattava di prestare aiuto a giovani e piacenti pulzelle, di cui ammirava pudicizia e riservatezza; egli offriva loro cospicue somme di denaro senza pretendere mai nulla in cambio, ma era molto difficile per il nobile e puro cavaliere sottrarsi alle manifestazioni di gratitudine di tante giovani ammaliate dal suo buon cuore, così egli le invitava a partecipare a vivaci banchetti nel suo castello. Tuttavia, dopo ore di spensierate quadriglie e di piacevole intrattenimento ad opera del cavaliere stesso (che, per l’occasione, faceva sfoggio di una variopinta bandana) e di un musico dal nome vagamente entomologico, le rigide norme della corte imponevano alle donzelle di rientrare nei propri appartamenti. Non era certo colpa sua se la galanteria di cui sapeva far sfoggio, il suo umorismo raffinato e le sue eleganti dichiarazioni di devozione alle dame sortivano un fascino irresistibile!
Quando non soccorreva le fanciulle in pericolo, il cavaliere combatteva contro degli esseri terrificanti, vestiti con toghe scure che lui, però, vedeva di un altro colore; lo affiancava in tali occasioni un fido scudiero, che il cavaliere decise pertanto di onorare di importanti cariche legate all’esercizio del potere nel suo feudo. Sicuro di poter contare sul sostegno del suddetto staffiere e di tanti guerrieri e dell’amore del Popolo, il cavaliere riuscì a liberarsi dei suoi detrattori cacciandoli dalle piazze con altisonanti proclami e a sottrarsi alle calunnie degli uomini (e donne) togati, che non riuscirono mai a trascinarlo nella mischia, nonostante l’enorme desiderio del cavaliere di scendere in battaglia e di dimostrare il proprio valore con le armi.
Forte dei suoi trionfi bellici e amorosi, il cavaliere ottenne un ruolo di primo piano nel Regno, anche se, va detto, i mostri continuavano a perseguitarlo scatenando contro di lui un documento chiamato ‘Costituzione’ e cercando di corrompere il popolo con proclami cartacei e comizi di piazza: un attacco ignobile, per lui che aveva solo un piccolo gruppo di addetti alle comunicazioni per tentare di difendersi! Aah, ma quando riusciva ad impadronirsi delle sedi da cui lo attaccavano i suoi nemici  (ma qualche volta la sua grande generosità lo portava anche a fare le pulizie: c’è chi dice di averlo visto spolverare le poltrone), lui arrivava al galoppo e prometteva al Popolo che la democrazia e la libertà di tutti sarebbero state ripristinate!
Il grande rispetto per il primato culturale del regno lo portò a chiudere i luoghi di istruzione, a licenziare i docenti (dato che i denari di un Popolo già istruito non potevano essere sprecati pensando di educare anche i futuri sudditi) e a tutelare il patrimonio artistico con qualche sano crollo di monumenti, in modo che fosse catturata l’attenzione dei visitatori.
Tutto ciò bastava a fare di lui l’uomo di potere più ammirato nel Regno, addirittura al di sopra dei fondatori dei sacri confini. Ma credete che questa gloria gli bastasse? No! Riuscì a conquistarsi anche la stima dei sovrani dei reami di tutto il mondo, facendosi notare per le sue originali pose nei ritratti dei nobili del Vecchio Mondo, per le attestazioni di apprezzamento nei confronti di un monarca che si era attardato sulla spiaggia sotto il solleone, per le eleganti dichiarazioni sulle bellezze di una nota nobildonna alemanna e per tanti altri piccoli episodi che sarebbero per sempre rimasti nel cuore del suo Popolo. L’approvazione del mondo nei suoi confronti era lampante: i sovrani tenevano sempre alla sua presenza ai vertici di potere e sorridevano bonariamente fra loro quando veniva riportato alla loro memoria il suo glorioso nome, infatti pare che la signora teutonica sopracitata e un suo pari gallico manifestassero così la loro stima per il cavaliere.
Fu protagonista delle vicende del regno per quasi vent’anni, finché il re non revocò impunemente il suo incarico, accusandolo di non avere la forza per sostenere un Paese in preda ad una crisi profonda. Fu, ovviamente, un pretesto menzognero: il reame non era mai stato tanto florido, la gente affollava le taverne e non riusciva nemmeno a trovare una carrozza per fare una scampagnata, tanto impetuosa era la corsa ai viaggi e alle vacanze!
Ma i tempi bui, infine, arrivarono: la lontananza del nobile cavaliere stava facendo affondare il reame. E dunque, per amore del suo Popolo in preda ai mostri, ai bugiardi e ai vampiri, il cavaliere decise di prendere di nuovo le armi e di sacrificare la sua nobile vita al servizio di coloro che per tanto tempo aveva ricoperto di benefici. I suoi proclami su pergamena vennero distribuiti per tutto il reame, e in essi egli tuonava contro gli scandali dei vecchi governanti e contro le vessazioni fiscali, promettendo di risollevare le sorti del Popolo, lancia in resta: restituzione dei tributi saccheggiati, creazione di quattro milioni di posti di lavoro, taglio di teste degli esponenti della vecchia politica, giustizia e onestà!
Fu così che il cavaliere ritornò a cavallo e…
 
 
Qui si interrompono, improvvisamente, le cronache del tempo: gli studiosi sostengono con buona probabilità che i nemici del cavaliere abbiano deliberatamente attentato alla sanità della documentazione per screditarne il buon nome.

C.M.

Commenti

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    1. Temo che tu sia un po'di parte, che ti sia lasciato influenzare sulle malelingue che circolano sul cavaliere insistente! Però devo ammettere che avrei potuto essere di gran lunga più cattiva. Beh, potrei sempre trarne una serie ad episodi, pare che la materia non verrà a mancare!

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  2. Mi piace molto la tua narrazione delle imprese memorabili di questo prode cavaliere. Non farci mancare qualche nuovo racconto, perché la materia ci sarà quasi certamente. Credo di essere anch'io un po' di parte!

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    1. Trovo che sia impossibile non essere di parte, dati gli avvenimenti. Quando, poi, crediamo di averle viste e sentite tutte, ne arriva una ancora più grossa! Grazie di esserti fermata, laulilla!

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  3. Divertente, finché non si scoprì che il cavaliere era ancora esistente ed insistente. E direi opprimente: il suo essere abbiente e presente, la folla plaudente, il sorriso apparente, la logica demente.
    E nei tornei, vincente.
    Chi non è connivente, ma solo contribuente e perdente, l'ha in quel posto continuamente!

    [intervento di Silvana reinserito dall'amministratore in seguito ad un disguido con il pannello dei commenti]

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