D'Annunzio si è fatto luogo: il Vittoriale degli Italiani

Da anni volevo visitare questo luogo, ma mai avrei immaginato di restarne incantata. Fino a tre giorni fa, il Vittoriale rappresentava per me una vaga idea del luogo in cui era vissuto un autore che non sono mai riuscita ad apprezzare né come personaggio, né come poeta, né come romanziere. Quando, al liceo, ne studiai vita, morte e miracoli, la mia insegnante ci suggerì di recarci alla villa di Gabriele D'Annunzio a Gardone Riviera, sulla sponda bresciana del Lago di Garda, a due passi da Salò.  
La visita alla villa e al bellissimo giardino con i suoi monumenti e le sue mostre non è un semplice corollario per arricchire con delle immagini la figura del letterato, ma la vera occasione per comprenderlo, per spiegare i tratti del suo protagonismo e dare una raffigurazione concreta del suo modo di essere, pensare e lavorare.
 
Facciata della Prioria - foto di Athenae Noctua
 
Il parco e la residenza assunsero la loro attuale fisionomia e la denominazione di Vittoriale degli Italiani dopo il 1921; in quell'anno, infatti, D'Annunzio acquistò il terreno e la villa sequestrati dal governo italiano all'austriaco Henry Thode come risarcimento per i danni della Grande Guerra, avviando immediatamente i lavori di progettazione destinati a trasporre visivamente la vita inimitabile dell'autore e a celebrare le sue imprese belliche. I lavori, realizzati su progetto dello stesso D'Annunzio e dell'architetto Giancarlo Maroni, si conclusero nel 1938, anno della morte del poeta, che già nel 1923 aveva stilato un atto di donazione del complesso al Popolo italiano.
Il Vittoriale comprende spazi di varia natura, esterni e interni. Nel suo insieme, il sito celebra sia il D'Annunzio privato (nei limiti in cui un simile personaggio si può definire tale), che trova espressione nelle stanze della dimora e in un piccolo museo, sia al D'Annunzio eroe, conoscibile attraverso una mostra omonima e i particolarissimi elementi collocati nel giardino.
La parte della casa vera e propria è la Prioria, l'ala residenziale così chiamata per via dell'aspirazione di D'Annunzio ad una dimora sacrale come la sua persona, alla creazione di un tempio che esaltasse la sua esistenza e la sua arte. Vi si accede da una piazzetta collegata anche allo Schifamondo, spazio pensato dal poeta come futura nuova residenza, in cui, però, non abitò mai per il sopraggiungere della morte e dove ora è stato ricavato il museo D'Annunzio eroe e all'auditorium sovrastato dal velivolo con cui il poeta compì il volo su Vienna (9 agosto 1918).
L'interno della Prioria è, a mio avviso, la parte più emozionante e suggestiva dell'intero Vittoriale: un incastro di piccole stanze stipate all'inverosimile con libri, tappeti, tavoli, sturmenti musicali, statue, calchi, pezzi d'aereo, cineserie, cuscini, lampadari e gingilli di ogni sorta. Dall'ingresso, il percorso di visita si snoda lungo la sala dedicata agli ospiti indesiderati, detta Stanza del Mascheraio (nome dietro cui si cela un riferimento a Mussolini, che fu costretto ad attendervi il padrone di casa per due ore prima di essere ricevuto), la Stanza della musica, la Stanza del mappamondo, tre diversi studi in cui il poeta si ritirava a seconda delle attività che doveva compiere, una camera ardente predisposta da D'Annunzio in vita, un bagno alla francese di colore blu e tante altre camere variopinte e riempite di oggetti che rendono la casa lo specchio della vita dell'autore abruzzese: il tempio di un'esistenza fin troppo piena e ridondante.
 
Nave Puglia - foto di Athenae Noctua
 
Nel bellissimo giardino, invece, si incontrano costruzioni particolarissime, come il Laghetto delle Danze e i monumenti alla gloria militare: l'Arengo, cerchio di pietre dedicato ai giuramenti e alle cerimonie del poeta con i commilitoni fiumani, la nave Puglia, impegnata in Dalmazia e su cui trovò la morte un amico del poeta, la sala del MAS 96, a bordo del quale D'Annunzio, assieme a Luigi Rizzo e Costanzo Ciano, partecipò alla Beffa di Buccari, sortita antiaustriaca del febbraio 1918 e in onore al cui nome il poeta coniò l'acrostico 'Memento audere semper' ('ricordati di osare sempre'). Ma l'elemento che svetta nel parco e sul parco è il mausoleo di d'Annunzio, sulla sommità del quale, attorniato dai suoi fedeli legionari fiumani, riposa il poeta.
Il Vittoriale, dunque, celebra un uomo eccentrico e desideroso, da buon esteta, di trasformare la propria vita privata, letteraria e militare in un'opera d'arte che le conferisca eternità. Non c'è dubbio che lo scopo sia stato raggiunto e D'annunzio è fedele alla sua dichiarazione, lasciata all'atto di donazione del 22 dicembre 1923:

Tutto è qui da me creato e trasfigurato.
Tutto qui mostra le impronte del mio stile nel senso che io voglio dare allo stile.
Il mio amore d'Italia, il mio culto delle memorie, la mia aspirazione all'eroismo, il mio presentimento della Patria futura si manifestano qui in ogni ricerca di linee, in ogni accordo o disaccordo di colori.
Non qui risanguinano le reliquie della nostra guerra? E non qui parlano o cantano le pietre superstiti delle città gloriose?
Ogni rottame rude è qui incastonato come gemma rara.
Tutto qui è dunque una forma della mia mente, un aspetto della mia anima, una prova del mio fervore.
Come la morte darà la mia salma all'Italia amata, così mi sia concesso preservare il meglio della mia vita in questa offerta all'Italia amata.

C.M.

Commenti

  1. é stata proprio una gita bellissima! Nemmeno io mi sarei mai aspettata una cosa simile! Tutto era arte, anche il panorama del lago che fa da sfondo all'arena! Una vera Meraviglia con la M, maiuscola!

    Una piccola nota, per chi volesse andare a visitarlo: portate pazienza se si deve aspettare tanto per vedere la Prioria!!! Purtroppo le sale della casa sono molto piccole (occupate da tutti gli oggetti raccolti da D'Annunzio) e non vi fanno entrare in più di 10 persone!! In compenso, l'attesa verrà ricompensata!!!

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    1. Sicuramente la Prioria vale l'attesa, è davvero un piccolo gioiello, capace di creare l'atmosfera del tempo e quasi riportare in vita colui che l'ha abitata. Ed è speciale anche la dialettica fra gli spazi scuri e in penombra dell'interno della casa con le ampie vedute che si godono dal luminosissimo parco e dall'alto del mausoleo!

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  2. E' un po' di anni che non vado, ma le due volte che ci sono stato era inverno, e giornate piovose, e c'erano veramente due gatti. Mi sentivo fortunato, la pioggia aggiungeva un qualcosa in più all'incredibile atmosfera dell'abitazione, della Prioria, così ben descritta da Cristina e che le foto lasciano appena intuire ...

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    1. Hai ragione, le foto non rendono, anche perché al Vittoriale tutto crea una sensazione che nessun obiettivo potrebbe mai catturare. Dovendo visitare il parco è preferibile il sole, ma sicuramente la pioggia sarebbe molto suggestiva... magari potrebbe rievocare, in una simile cornice, i versi de La pioggia nel pineto...

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  3. Io non amo D'Annunzio come personaggio, ma l'ho apprezzato come poeta e romanziere, sebbene anche nelle sue opere si percepisca a tratti quella fastidiosa megalomania, quella tendenza al "mito superomistico" che era nel suo carattere. Passando per il Vittoriale ho dovuto ammettere che - nonostante il vizio di autocelebrarsi come un eroe e nonostante gli eccessi un po' kitsch - aveva buon gusto. :-) Ma dici bene, è incredibile come sia riuscito a informare di sé questo luogo.

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    1. Megalomane è sinonimo di D'Annunzio, il Vittoriale lo manifesta dagli ingressi alla sommità del mausoleo, ma la montagna di debiti che l'autore contrasse per questo suo costoso e ambizioso capriccio dimostra che quello del Superuomo è, appunto, solo un mito! D'Annunzio è tuttavia riuscito a dare ad esso una parvenza di realtà e eternità grazie alla sua esistenza vivace, eclettica e sregolata. Che piaccia o meno, è una personalità che, nei suoi eccessi, ha una singolarità che non è possibile ignorare. :)

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  4. Il Vittoriale rappresenta in pieno il personaggio D'Annunzio: quella sua voglia inappagabile di provare, di raccogliere, di possedere; il dubbio gusto in materia di arte e di chincaglierie; l'eclettismo superficiale di molte sue opere e dei suoi romanzi, ma soprattutto il narcisismo che lo ha portato a crearsi un museo di se stesso, o meglio ancora un mausoleo (con tanti ringraziamenti da parte di Mussolini che era riuscito a metterlo fuori dai giochi proprio sfruttando questo suo punto debole, e relegandolo di fatto in una prigione dorata).

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    1. E da questa prigione D'Annunzio è uscito infine, ancora una volta, vincente: il Vittoriale è diventato la celebrazione materiale delle sue imprese di vita, di arte e di guerra, il poeta ha avuto il suo tempio personale, che oggi turisti italiani e stranieri corrono ancora a visitare.

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  5. Dire che non amo D'Annunzio è un eufemismo: lo detesto proprio! Riconosco alcuni suoi meriti letterari e credo che tutti i poeti del novecento italiano, in qualche misura, gli siano tributari, ma l' immagine di lui, che emerge benissimo dal Vittoriale, è, per me tra le più odiose. Per quanto mi riguarda, la visita che ho fatto di questo monumento al kitsch, qualche anno fa, me lo ha reso ancora più antipatico, se possibile. Che Mussolini abbia atteso per due ore che il narciso megalomane comparisse, naturalmente mi fa piacere, ma ciò non cancella le responsabilità di D'A. nella diffusione di una mentalità collettiva che ha portato consenso al fascismo nascente non solo per l’esaltazione estetizzante del nazionalismo, ma anche e soprattutto per il modello offerto dai personaggi piccolissimo-borghesi e presuntuosi, di molti suoi romanzi, cominciando da Andrea Sperelli, addirittura prima dell’avvento del fascismo. Che non sia possibile ignorarlo, è un fatto, ma aggiungerei, purtroppo! Sono totalmente d’accordo con Giuseppe Ghigino, anche per quanto riguarda la prigione dorata. D’altra parte Mussolini, a proposito di D’Annunzio, pare avesse affermato che per lui era come un fastidioso dente cariato, per curare il quale esistevano due sole possibilità: coprirlo d’oro o levarlo di mezzo (a quei tempi i denti cariati venivano ricoperti con capsule auree). Lo coprì d’oro, infatti. Mi pare però che il vincente non fu D’Annunzio, che smise di far politica, bensì Mussolini che non ebbe più da lui alcun fastidio.

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    1. Condivido la tua avversione per il poeta e per i suoi toni tronfi e ridondanti, che la casa riecheggia. Lo definisco però vincente perché il Vittoriale e l'affluenza di turisti dimostrano che il mito del poeta-esteta e dell'ardito militare ha avuto la forma di successo che D'Annunzio si aspettava: essere ricordato e venerato (questo fa il turista, in qualsiasi luogo si rechi), non necessariamente apprezzato e capito.

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  6. D'Annunzio va forse letto un po' antologicamente, alcune cose secondo me sono notevoli, anche alcune parti di un suo libro che nessuno mai ricorda, Notturno, che credo sia una delle più belle riflessioni sulla morte: lo scrisse praticamente bendato, dopo l'incidente, usando delle strisce di carta che la Sirenetta, sua figlia, gli preparava. Su ognuna scriveva soltanto una riga ... Certo tante cose dette nei commenti qui sopra sono condivisibili, il superomismo, megalomania, un certo adagiarsi sul regime, almeno negli ultimi tempi - ad ogni modo D'Annunzio detetestava visceralmente Mussolini ... Non sono molto d'accordo sull'espressione "monumento al kitsch" usato in un commento: al Vittoriale ci sono anche brutti oggetti è vero, ma ce ne sono tantissimi belli e di valore, e si avverte soprattutto la presenza del "libro". C'è pesantezza però, questo sì, e molta simbologia - ad esempio se ricordo bene, la stanza del lebbroso. Ma è innegabile che ai suoi tempi qualsiasi cosa D'A. dicesse veniva preso per oro colato. Sono quei miti prodotti in ogni epoca. Perfino il suo francese scritto mandava in visibilio, fino a quando Contini non lo smontò completamente, e Croce dovette riconoscere subito dopo che avevano tutti toppato: "noi facevamo a fidanza con le conoscenze linguistiche di D'Annunzio" ...

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    1. Penso che il riferimento di Laulilla al kitsch fosse riferito proprio alla pesantezza e alla pienezza di cui parli anche tu, non al pregio degli oggetti in sè, o, almeno, questa è l'impressione che l'arredamento della Prioria ha dato anche a me: non oggetti di scarsa qualità (anzi, tutt'altro), ma, piuttosto, una sovrabbondanza e un eccletismo ridondanti... come lo stesso D'Annunzio del resto che, come hai ben notato, è meglio affrontare con un'attenta selezione di passi.

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  7. Sono contenta che la visita ti abbia entusiasmato.
    Pur essendo bresciana sono stata una sola volta al Vittoriale, ma mi è rimasto dentro. Dire che è un pozzo di meraviglie è dire poco, anche perché non renderebbe giustizia alla metodicità dentro la calca e l'abbondanza che d'Annunzio ha usato nel costruirla, comporla, nè ai rimandi interni, le connessioni, i significati che echeggiano da un dettaglio all'altro.
    Grazie per queste righe!

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    1. Grazie a te per averle apprezzate, anche se il merito dell'articolo è al 99% dello straordinario luogo che lo ha ispirato: voi bresciani vantate davvero un piccolo gioiello sul lago! :)

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