I classici in estate e il piacere di guadagnarsi la lettura

L'estate è la stagione della lettura senza confini, il periodo dell'anno che tutti i lettori affetti da carenza di tempo per gli amati libri attendono con trepidazione. Pensando alle pagine che mi hanno tenuto compagnia in tante estati e ai nuovi acquisti della mia libreria, mi rendo conto che proprio in questi mesi caldi si sono sempre concentrati i miei incontri con i grandi classici della letteratura: Guerra e Pace (che poi, per forza di cose, si è protratta anche oltre l'equinozio d'autunno), La fiera delle vanità, Le confessioni d'un Italiano, Il fu Mattia Pascal, Papà Goriot sono alcuni fra i titoli cui ho dedicato le estati passate, ma anche quest'anno i classici si sono presentati in massa nei mesi centrali dell'anno, cosicché ho in coda di lettura Il dottor Zivago, I misteri di Parigi, Ragione e sentimento e Delitto e Castigo o, ancora, L'isola di Arturo e L'amore ai tempi del colera.
Leggere d'estate mi ha sempre portato suggestioni particolari, forse perché quella delle vacanze è una lettura più quieta e spensierata, che non si interrompe bruscamente per il sopraggiungere di un impegno o di una botta inarrestabile di stanchezza che costringe a spegnere l'abat-jour. Ricordo i libri letti sotto l'ombrellone e i torridi pomeriggi in cui ho divorato le pagine in camera.
 
Associo i classici all'estate perché si tratta spesso di letture ponderose e ricche di particolari, con capitoli troppo lunghi per essere compressi fra gli impegni che rampollano gli uni sugli altri durante il resto dell'anno ma adatti alle lunghe ore di libertà, magari in giardino o in spiaggia. I classici, certo, non sono i tipici libri da portare sotto l'ombrellone, quelli, semmai, sono i best seller di ultima uscita, eppure in questo sono decisamente controcorrente: l'estate, per me, è la stagione dei grandi classici e, anche se sto tenendo fede al mio proposito di ammodernare gli scaffali con pubblicazioni più recenti (Urbino, Nebraska, per esempio, o Miele), l'istinto mi porta a perseverare in questa sorta di tradizione. Mi piace anche l'idea di starmene in panciolle con un volumone fra le mani, sfogliando le pagine con l'impazienza di veder assottigliarsi quelle di destra e la consapevolezza che, quando sarò giunta alla fine, proverò una nostalga infinita dei grandi personaggi della letteratura che ha fatto la storia.
Quest'anno sto riscoprendo la soddisfazione della lettura, il piacere di trovare del tempo solo per questa attività, e il merito è della ripresa di ritmi normali di impegno e lavoro: l'anno scorso ho letto molto poco rispetto alla media su cui mi attestavo fin da quando avevo dieci-dodici anni, non riuscivo a farmi prendere dall'entusiasmo per alcun libro, anche se la narrazione non di rado mi appagava moltissimo; la scorsa estate, d'altronde, non è stata molto diversa dai mesi che l'hanno preceduta, dato che avevo terminato gli studi da dieci mesi ed ero rimasta quasi sempre vacante di impegni, fatta eccezione che il periodo di un breve corso post lauream. Mancare di impegni, scadenze e, quindi, di veri e propri spazi dedicati per scelta al tempo libero aveva smorzato la gioia stessa di dedicarmi alla lettura, perché non c'era stato un vero e proprio momento in cui avevo staccato ed esclamato «Libri, ora a me!». Quello che intendo dire è che in estate ho sempre assaporato maggiormente i libri perché sapevo apprezzare l'eccezionalità di potermi dedicare pienamente a questa grande passione, mettendo da parte lo studio e non poter fare la scelta di rompere con i ritmi quotidiani ha fortemente penalizzato la mia capacità di godermi le letture estive.
Ogni lettore vorrebbe poter disporre sempre di tempo infinito per leggere e cercare nuovi libri, e questo vale anche per me, ma doversi sudare lo spazio per dedicarsi alle proprie passioni è, a mio avviso, un modo per garantirsi la possibilità di apprezzarne pienamente il godimento. Dopo un anno di studio e lavoro, avere finalmente le giornate libere mi fa amare ancor di più la lettura e mi fa trepidare nell'attesa di iniziare il prossimo libro, di esplorare il prossimo classico d'estate. Prossima fermata, Il dottor Zivago e le nevi della Russia, decisamente fuori stagione.
E voi, cosa mi raccontate della vostra estate librosa?
«Tutti sappiamo che probabilmente le circostanze in cui si legge sono importanti quanto il libro stesso» (Nick Hornby)
C.M.

Commenti

  1. Devo dire che per me invece è il contrario. L'estate è il periodo più faticoso e stancante dell'anno visto il lavoro che occupo ( ahimè...) e quindi dopo un inverno passato a leggere i bei amati classici,quando arriva l'estate preferisco di solito libri più " leggeri ", che mi distraggano un po'.Per ora sto leggendo un romanzo che tanto recente non è ( 1944 ) e poco conosciuto " La Melodia di Vienna " di Ernst Lothar.

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    1. Lo comprendo benissimo, è normale che ciascuno ricerchi le letture più adatte al bisogno e al tempo del momento. Fra l'altro sono andata a vedermi subito la descrizione del libro che hai citato e mi sembra molto bello! Ti auguro dunque una buona lettura e buon lavoro! :)

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    2. Grazie Cristina,buon riposo&letture a te!

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  2. Io generalmente in estate tendo a leggere i libri più lunghi, quelli che trascuro un po' durante l'inverno per paura di non avere la costanza di portare a termine.
    In realtà in questi ultimi anni la mia estate ha perso il significato che aveva quando andavo alle superiori, quindi anche qui di tempo ce n'è poco e quel poco che c'è magari lo si vuole spendere in altro modo, riposandosi totalmente al mare o alle terme e spegnendo il cervello per un po'.
    Quest'estate spero di riuscire a leggere "Ognuno muore solo" di Hans Fallada, un libro cui giro in torno da un bel po', e, possibilmente, anche "Pastorale Americana" di Philip Roth.

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    1. Le estati fra un anno scolastico e l'altro erano le migliori, infatti! Quando si è presi da tanti impegni il riposo totale chiama a gran voce, eppure proprio l'anno scorso, che di impegni ne avevo zero, ho passato tre giorni in spiaggia fissando il mare senza leggere più di una decina di pagine... immagino siano gli scherzi di questa nostra mente che chiede relax o svago di volta in volta in forme diverse. Ti auguro di completare queste letture, magari riuscirai a convincermi a ritentare con Roth, il primo impatto per me non era stato affatto buono!

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    2. In realtà avrei anche il proposito di accantonare per un po' la Einaudi, perché altrimenti sembro una venduta (e non mi pagano neanche :) )!
      Qual è stato l'approccio fallito con Roth? Purtroppo penso che lui abbia una grandissima capacità di passare dalle stelle alle stalle...

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    3. Ho dovuto leggere L'animale morente per un corso universitario e ne sono rimasta nauseata, credo di non aver mai disprezzato tanto un personaggio come ho disprezzato il prof. Kepesh protagonista del racconto.
      Quanto all'Einaudi, non si può farci nulla se pubblica tanti titoli di qualità e - mi permetto di aggiungere in ottica feticista, molto raffinati nell'edizione! Certo, meriteresti di essere pagata pertutte le buone parole che ci metti! :)

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    4. Ecco, quello è uno dei suoi titoli che non leggerei mai. Insieme a Il professore di desiderio, Il teatro di Sabbath, Il seno... Tutte le cose che alludono al sesso, che penso che lui affronti in modo troppo morboso, e anche un po' inquietante.
      Di lui ti consiglio assolutamente Nemesi.
      Penso (ma devo ancora verificare) che valgano La controvita, Pastorale Americana, Il complotto contro l'America, Ho sposato un comunista, Lo scrittore fantasma... Altri mi danno i brividi già solo dalla copertina (e per fortuna in alcuni casi si può giudicare il libro dalla copertina!).

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    5. Veramente morboso, infatti, anzi, proprio disgustoso (l'idea che il prof potesse chiedermi di parlare di certi passi all'esame mi faceva venire il voltastomaco). Vedrò se con Nemesi o Pastorale americana mi sarà offerta la possibilità di rivalutarlo, in fondo sono due testi di cui sto sentendo parlare molto bene e voglio pensare che Roth si sia dedicato anche a qualcosa che non sia sessocentrico.

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  3. Il bello dell'estate è proprio questo. Finalmente un po' di tempo per leggere. Ho appena terminato le mie settimane di ferie e sono soddisfatto dei miei risultati: sei libri in così poco tempo è il mio record. Se vuoi saperne di più vieni sul mio blog dove ho appena pubblicato un dettagliato report delle mie letture. Attendo di leggere il tuo resoconto libresco.
    Ps: l'amore ai tempi del colera è da spostare in cima alla tua lista. Dammi retta. Ciao.

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    1. Seguirei il tuo consiglio, ma sono due anni che aspetto Il dottor Zivago, quindi posso tutt'al più far gaudagnare a Marquez qualche posizione, sempre di premi Nobel si tratta! :)

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  4. Ne riparliamo quando avrò un po' di ferie...

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  5. Uhm, io non ho un momento particolare che dedico ai classici... peraltro, se ce l'avessi dubito che sarebbe l'estate, perché il caldo mi devasta xD
    Giusto ieri notte - ventilatore puntato - sono riuscita a leggere più di cinquanta pagine di fila, sono giorni che arranco una manciata di pagine per volta T_T
    Dannato, dannatissimo caldo.

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    1. Ah, questo è un problema che non avevo considerato, sarà che sono freddolosa di natura e ho parecchie difese contro il caldo, ma quando è troppo è proibitivo anche per me tentare di leggere all'aperto! Ti auguro che quel ventilatore ti tenga compagnia per tante pagine in attesa di un po'di fresco! :)

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  6. Mi associo a Obsidian M nell'amore per "L'amore ai tempi del colera", un libro che ho amato moltissimo (scritto da un autore che, invece, non è tra i miei preferiti...).
    Parto domani per le vacanze e, per la prima volta nella vita, avrò con me solo l'e-reader, comunque bello zeppo di libri che devo ancora leggere. Quest'anno niente carta. E' solo un esperimento; tanto so già che al secondo giorno di vacanza andremo in giro a cercare una libreria! In fondo è una tradizione comprare alcuni libri nei luoghi di vacanza e, nonostante parta "leggero", non credo che mancherò alla tentazione :)
    Anche per me le vacanze sono, almeno in linea teorica, l'occasione per la lettura di classici e libri particolarmente impegnativi; ma sono anche l'occasione per scoprire scrittrici e scrittori che non conosco: proprio due estati fa ad esempio ho scoperto Christa Wolf e non l'ho più abbandonata.
    Io che sono un "appassionato" (...sarebbe meglio dire "fanatico"!) anche di fumetti, durante le vacanze li abbandono, temporaneamente s'intende!, per dedicarmi esclusivamente alla lettura di libri. E i libri letti durante le vacanz avranno sempre, per me, un'importanza particolare, speciale, che non so spiegare a parole.
    Complimenti per il blog che seguo sempre con grandissimo interesse e piacere :)
    Orlando

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    1. Eccome se è tradizione visitare le librerie dei luoghi di villeggiatura! Ultimamente sono stata in paesini molto piccoli, quindi ho perso un po'questa abitudine, ma ricordo quando, per le lunghe vacanze con i miei, partivo con uno zaino colmo di libri, eppure, arrivata sul posto, non vedevo l'ora che finisse la spesa di viveri per fiondarmi nella vicina libreria. Legare alle vacanze la "conoscenza" di nuovi autori, poi, aggiunge un'emozione alla già grande emozione della lettura!
      Grazie per i tuoi complimenti e per aver contribuito a questa bella conversazione! Alla prossima! :)

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